Oltre Google: le indicazioni della CMA indicano una nuova direzione per la pubblicità post-cookie
Come gli spunti della Competition and Markets Authority del Regno Unito sulla Privacy Sandbox potrebbero modellare il futuro della pubblicità digitale
Il panorama della pubblicità digitale è sull'orlo di un cambiamento monumentale, significativamente influenzato da spunti regolatori e feedback di entità come la Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito. A gennaio, la CMA ha pubblicato l’ultimo report relativo alla Privacy Sandbox di Google. Gli spunti e le preoccupazioni sollevate dalla CMA non solo sottolineano la necessità di pratiche più eque e trasparenti all'interno del dominio di Google, ma annunciano anche implicazioni più ampie per l'intera industria pubblicitaria, specialmente nell'era post-cookie.
L’analisi della CMA su Topics API mette in luce preoccupazioni sulla governance e sulla possibilità di limitare la concorrenza. L’ente spinge Google ad introdurre un governance esterna per la tassonomia dei Topics. Questa raccomandazione funge da faro per altri giganti tecnologici, suggerendo che le future tecnologie, come la SKAdNetwork di Apple, devono dare priorità ad una governance trasparente garantire una competizione trasparente sul mercato.
Il feedback sul Protected Audience API sottolinea ulteriormente la necessità di una concorrenza equa e spinge ad evitare pratiche che potrebbero rafforzare la posizione di mercato di Google. La richiesta di risolvere problemi legati all'uso degli adserver, alla visibilità dei dati, al supporto di tutti i formati pubblicitari si estende oltre Google. Sottolinea una crescente domanda di standard industriali che assicurino equità, trasparenza e innovazione in tutte le piattaforme e tecnologie della pubblicità digitale.
Forse il feedback più critico riguarda l'API per Attribution Reporting API API (ARA), dove la CMA sottolinea la necessità di una maggiore interoperabilità e/o standardizzazione degli approcci alla attribuzione. Il panorama è frammentato operative sul mercato abbiamo più tecnologie SKADnetwork e Private Click Attribution di Apple e ARA di Google, ma abbiamo anche proposte come Interperable Private Attribution di Mozilla/Meta che pongo una seria sfida interoperabilità. La spinta della CMA parla di un bisogno più ampio dell'industria per tecnologie di misurazione standardizzate che semplifichino l'ecosistema della pubblicità digitale, riducano i costi e potenzino la concorrenza.
Le preoccupazioni sollevate dalla CMA sulla verifica degli annunci, il supporto per molteplici tipi di conversione e la governance dell'ARA non si applicano solo a Google, ma anche a qualsiasi entità che sviluppa tecnologie post-cookie. Questi punti spingono verso un futuro in cui gli enti regolatori potrebbero richiedere di più ai fornitori di tecnologia, non solo in termini di interoperabilità ma anche nell'assicurare che i cambiamenti non danneggino gli accordi commerciali esistenti o l'ecosistema pubblicitario.
In conclusione, il feedback della CMA a Google è un richiamo per il futuro della pubblicità digitale. Sottolinea la necessità di un ecosistema pubblicitario che valorizzi la trasparenza, l'equità e la concorrenza. Mentre ci allontaniamo dai cookie di terze parti, i principi enunciati dalla CMA dovrebbero servire da guida per tutti i protagonisti dell'industria. La spinta per l'interoperabilità, la governance trasparente e l'impegno degli stakeholder non solo modellerà la Privacy Sandbox di Google ma stabilirà anche un precedente su come verranno sviluppate e governate le future tecnologie, inclusa la SKAdNetwork di Apple e altre come Privacy- Preserving Ads presentata il 5 Marzo da Microsoft.. L'era post-cookie presenta un'opportunità per ridefinire la pubblicità digitale in modo che benefici tutti gli stakeholder - editori, inserzionisti e consumatori allo stesso modo. Abbracciare questi principi è fondamentale per favorire un ambiente di innovazione e fiducia nello spazio della pubblicità digitale
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