Ciao Filippo, come ti scrivevo qualche giorno fa: la stima, per quanto raffinata, resta una finzione utile.
Ma la vera forza dell’MMM, almeno per come lo vedo io, non è nel numero finale, né nell’illusione di avere certezze causali.
È nel fatto che obbliga tutti gli attori coinvolti a esplicitare le proprie ipotesi: su cosa genera valore, su come funziona il mercato, su quali leve si ritiene abbiano davvero un impatto.
E questo processo, se fatto bene, vale più dell’output.
Perché trasforma una serie di convinzioni implicite in una mappa condivisa (anche conflittuale) su cui costruire scelte.
Il modello non serve a prevedere. Serve a prendersi la responsabilità delle assunzioni che di solito si danno per scontate.
E questo, per me, è il suo vero valore strategico. Che ne pensi?
Ciao Filippo, come ti scrivevo qualche giorno fa: la stima, per quanto raffinata, resta una finzione utile.
Ma la vera forza dell’MMM, almeno per come lo vedo io, non è nel numero finale, né nell’illusione di avere certezze causali.
È nel fatto che obbliga tutti gli attori coinvolti a esplicitare le proprie ipotesi: su cosa genera valore, su come funziona il mercato, su quali leve si ritiene abbiano davvero un impatto.
E questo processo, se fatto bene, vale più dell’output.
Perché trasforma una serie di convinzioni implicite in una mappa condivisa (anche conflittuale) su cui costruire scelte.
Il modello non serve a prevedere. Serve a prendersi la responsabilità delle assunzioni che di solito si danno per scontate.
E questo, per me, è il suo vero valore strategico. Che ne pensi?